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giovedì 23 luglio 2015

Il comportamentalista del cane e gatto


La visita comportamentale è una visita veterinaria specialistica che si può richiedere ogni volta in cui si nota che il proprio amico a 4 zampe mostra comportamenti nuovi ai quali non si sa dare una motivazione, quando si nota in lui un disagio, quando si incrina la relazione pet-owner, quando si attuano cambiamenti all’interno della famiglia e si desidera arrecargli meno stress possibile e in modo preventivo all’arrivo in casa del nuovo compagno per gestirlo accudirlo e instaurare con lui una relazione equilibrata e corretta fino dai primi momenti assieme.
Spesso infatti i cambiamenti comportamentali dell’ animale vengono interpretati come dispetti, i primi comportamenti minacciosi giustificati dicendo che gli abbiamo dato troppi vizi, la difficoltà a fargli acquisire le giuste abitudini come una loro incapacità ad apprendere…. In questi e tanti altri casi invece dovremmo fermarci un attimo e pensare che forse è avvenuto nel nostro animale qualcosa che lo ha indotto a sporcare in casa piuttosto che a mostrarci i denti o a non sapere stare solo… Potremmo inconsapevolmente e in buona fede avere instaurato con lui una relazione poco equilibrata oppure che la nostra gestione e il nostro modo di comunicare con il nostro pet potrebbero non essere del tutto corretti …
Ignorare un problema comportamentale potrebbe significare in primis ignorare il problema organico che lo ha indotto e nei restanti casi fare cronicizzare un alterazione comportamentale con la conseguenza che l’animale con più difficoltà riuscirà a superare tale problema e che per il proprietario sarà più difficile riuscire a gestire la situazione creatasi. Intervenire precocemente invece permette nella maggior parte dei casi di capire da cosa è stato scatenato il problema comportamentale, come risolverlo e come garantire nuovamente un pieno benessere all’animale e di conseguenza a tutta la famiglia.
Alle volte potrebbero servire farmaci, altre volte la sola terapia comportamentale fatta di corretta gestione, buona comunicazione e compromessi permette di ottenere ottimi risultati.
Il comportamentalista non è lo “psicologo dei cani e dei gatti” come spesso viene definito, ma un medico veterinario che può aiutare il vostro pet a recuperare la piena serenità e armonia all’interno della famiglia, quindi non psicanalizza l’animale ma migliora la relazione fra l’animale i proprietari e il suo ambiente di vita.
E anche quando l’età inizia ad aumentare e l’amico a 4 zampe mostra alterazioni comportamentali sappiate che intervenire precocemente permette una migliore gestione e cammino assieme verso il saluto finale e soprattutto che è possibile con integratori, farmaci e “lavori ad hoc” rallentare l’invecchiamento cerebrale dell’animale; isolare l’animale anziano perché ulula la notte, perché si mostra agitato o disorientato e tenta la fuga… non fa che peggiorare la sua condizione, velocizzare il declino e riempire di sensi di colpa il proprietario che si trova inerme di fronte agli anni che inesorabilmente passano.
Il benessere dell’animale è garantito quindi sia dalla sua saluta fisica che dal suo equilibrio comportamentale e il medico veterinario comportamentalista vi può dare una chiave di lettura e qualche consiglio per garantire la piena serenità al vostro adorabile e fedele compagno di vita.

dott.ssa Michela Gasperoni
Medico Veterinario Comportamentalista


 

mercoledì 8 luglio 2015

ECOGRAFIA ADDOMINALE IL “BRACCIO DESTRO” DEL CLINICO


ECOGRAFIA ADDOMINALE NEL CANE E GATTO

Negli ultimi anni l’ecografia addominale per il cane e gatto si è diffusa tantissimo nella pratica clinica quotidiana in
medicina veterinaria tanto da diventare parte integrante del piano diagnostico di molte visite
cliniche, una sorta di ”braccio destro” per il medico veterinario.
Tanti sono i vantaggi che ne hanno permesso una così capillare diffusione, quali la non invasività,
basta rasare il pelo e per il resto l’esame non crea dolore, l’immediatezza del risultato, la presenza
di ecografi di alta qualità con software dedicato alla veterinaria, i costi accessibili
rispetto a metodiche di secondo livello quali Tac o Risonanza magnetica e le numerosissime
branche di applicazione.
Tra queste vorrei ricordare le più frequentemente richieste nella quotidianità:
- permette di valutare morfologia, dimensioni e vascolarizzazione di tutti gli organi addominali,
anche quelli di piccole dimensioni e di valutare l’aspetto di vasi e linfonodi.
- diagnosi di gravidanza, incluso lo studio del battito cardiaco e della morfologia dei vari organi
dei cuccioli, e se questo è in posizione favorevole anche il sesso del nascituro.
- ricerca di calcoli nelle vie urinarie e in vescica.
- in oncologia come complemento diagnostico nelle ricerca di lesioni matastatiche .
- in gastroenterologia per la ricerca di corpi estranei o di lesioni a livello del tratto gastroenterico
di natura infiammatoria o neoplastica, in buone condizioni si riescono a sospettare diverse
patologie come gastriti, IBD, ecc
- ricerca di patologie prostatiche o testicolari nel maschio o a carico dell’utero nella femmina
come la pericolosa piometra, una infezione dell’utero assai diffusa che, se non diagnosticata in
tempo, può portare alla morte dell’animale.
E’ molto utile anche in situazioni di emergenza per escludere o confermare i sospetti diagnostici
formulati nella visita d’urgenza.
Negli ultimi anni è stato introdotto il metodo FAST (Focused Assessment Sonography for Trauma)
utilizzato in pronto soccorso in medicina umana adattandolo alla medicina veterinaria. Tali
ecografie vengono effettuate in situazioni di emergenza per capire rapidamente se a livello
addominale (A-FAST) o toracico (T-FAST) è presente fluido libero, in quale quantità e se è stabile
o aumenta nel tempo (emorragia, rottura d’organo, versamento pleurico, edema polmonare,
tamponamento cardiaco) e quindi permette un monitoraggio del paziente traumatizzato durante la
terapia intensiva e la valutazione dell’integrità degli organi interni che abbiano subito un trauma
penetrante.
Tanto ci sarebbe ancora da dire e scrivere su questa tecnica moderna e utilissima che ha cambiato
il mondo della veterinaria negli ultimi dieci anni. Rimane da sottolineare solo che, grazie
all’ecografia, abbiamo un’arma potente e precisa per fare diagnosi anche complesse, e solo grazie
ad essa e alle informazioni che ci rivela siamo oggi in grado di salvare molti più animali rispetto a
soli dieci anni fa.

Cristina Valcamonici,
DVM Rimini.
Aree di interesse ecografia addominale, oncologia, animali non convenzionali.
VET-Veterinario a domicilio Rimini

martedì 23 giugno 2015

Microchip nel Gatto, un aiuto prezioso nel ritrovare il tuo "Silvestro"


È obbligatorio?
Inserire il microchip nel gatto non è obbligatorio ma è fortemente consigliato. Diventa obbligatoria l'identificazione quando si deve passare il confine italiano e soggiornare per un tempo limitato o illimitato all'estero.

Cos'è?
Si tratta di un piccolo dispositivo elettronico, della grandezza di un chicco di riso, che si inserisce sottocute tra le scapole tramite siringa.

Quando si inserisce?
Lo si puo' inserire quando si vuole, io personalmente consiglio di inserirlo durante la sterilizzazione .
Come funziona?
Funziona un po' come la targa dell'auto. Ad ogni auto corrisponde una targa e ad ogni targa corrisponde un proprietario del mezzo. Trascrivendo il numero di targa sulla banca dati si risale al proprietario che verrà contatto dalle autorita' competenti per eventuali comunicazioni.
La stessa cosa vale per il microchip ovvero ad ogni gatto corrisponde un numero microchip di 15 cifre e ad ogni microchip corrisponde un proprietario. Nel caso "Silvestro" si perdesse o venisse ritrovato basta passare un lettore microchip (una sorta di grosso telecomando) che mostra il numero microchip sul display. Quest'ultimo viene trascritto sul pc e la banca dati fornisce le generalità del proprietario compreso l'indirizzo e il numero di telefono.
Tutti gli operatori del recupero degli animali vaganti, tutti i veterinari e i canili sono in possesso del lettore microchip.
Il compito del veterinario è quindi duplice:
1) inserisce il microchip sottocute e trascrive i dati del gatto e del proprietario in banca dati,
2)nel caso "Silvestro" venisse trovato da una terza persona non proprietaria del gatto e quest'ultima porta il micio da un veterinario qualsiasi, il medico puo' rintracciare il proprietario passando il lettore sopra il gatto, il quale trascrive il numero microchip in banca dati e da ultimo contatta telefonicamente il proprietario.

Il microchip puo' dare problemi al gatto?
No. il microchip non da problemi al gatto se inserito secondo le buone pratiche veterinarie e nella posizione corretta. Una volta inserito non deve essere rimosso. Lo si inserisce una sola volta nella vita del gatto e dura per sempre.

Posso trovare il gatto con microchip ramite GPS?
No. Il microchip non è un GPS. Esistono in commercio sicuramente dispositivi utili a tale funzione ma non il microchip.

Di seguito vi riporto il link di una banca dati volontaria dove potete ricevere ulteriori informazioni

http://www.anagrafenazionalefelina.it/

mercoledì 10 giugno 2015

Cardiologia del cane e del gatto




Le malattie cardiovascolari sono una importante e frequente causa di patologia nei nostri animali da compagnia, come nell'essere umano, rispetto al quale esistono però importanti differenze.
Negli ultimi anni sono stati fatti enormi progressi nella conoscenza, nelle metodologie diagnostiche, nelle terapie delle malattie cardiache dei pet.
Si è inoltre assistito alla sviluppo della cardiologia interventistica e recentemente anche della cardiochirurgia aprendo prospettive impensabili nel recente passato.

Proprio per questi motivi la diagnosi deve sempre essere più accurata possibile ed eseguita secondo le metodologie strumentali necessarie.

L'approccio iniziale di base sempre sulla VISITA CARDIOLOGICA dove lo specialista ricostruisce la storia del paziente e ottiene informazioni determinanti quali le caratteristiche del respiro, l'auscultazione cardiaca e il polso. La visita non può prescindere dall'esecuzione dell'ESAME ECOCARDIOGRAFICO, cioè l'ecografia del cuore, unico mezzo in grado di fornire informazioni anatomiche ed emodinamiche non invasive assolutamente necessarie per la diagnosi e per la corretta gestione del paziente.
È' fondamentale evitare infatti terapie empiriche basate su reperti quali la percezione di un soffio cardiaco o su eventuali sintomi clinici senza l'ausilio di tale esame, pena il rischio di gravi conseguenze per il nostro animale.
Altre indagini collaterali potranno poi essere decise dallo specialista dopo l'eßecuzione di questo esame.
Tra questi vanno certamente ricordati l'ELETTROCARDIOGRAMMA e l'ESAME HOLTER necessari a valutare l'attività elettrica del cuore del nostro pet per la diagnosi di aritmie, perdite improvvise di coscienza, la valutazione della efficacia delle terapie è molto altro. Attualmente sono disponibili HOLTER molto piccoli sia per dimensioni che peso, che possono essere agevolmente montati anche in animali di soli 2-3 kg di peso

Giovanni Gabellini
Medico Veterinario di Rimini
esperto in cardiologia veterinaria e diagnostica per immagini

http://www.vetimaging.it/author/giovanni/

martedì 5 maggio 2015

nessuna paura dell'anestesia nel cane e nel gatto anziano


"Nella pratica clinica Veterinaria le procedure che richiedono Anestesia e Sedazione sono molto più numerose rispetto alla Medicina Umana.

Questo non dipende tanto dal fatto che in Veterinaria le procedure cliniche o chirurgiche siano più dolorose o invasive, ma prima di tutto dal paziente.
Si può spiegare ad una persona che dovrà essere sottoposta ad un'indagine clinica fastidiosa o con una minima quota di dolore associato, in modo che questa partecipi, comprendendo i vantaggi derivanti dalla possibilità di non usare anestetici e la necessità della procedura (la classica frase "adesso sentirà un pizzico o un po' di dolore, non si preoccupi e non si muova"). Con i nostri Pazienti questo purtroppo non è possibile e spesso è molto meglio ricorrere a farmaci che riducano o aboliscano completamente la coscienza, sia per noi Clinici che per l'animale, in cui lo stress associato alla procedura sarà minimo se non nullo.
Qualsiasi anestesia o sedazione espone il Paziente ad un certo grado di rischio, il rischio che possa accadere qualcosa di imprevisto e che, nei casi più gravi, possa mettere a repentaglio la salute dell'animale.
Proprio per questa ragione è fondamentale avere informazioni cliniche sul Paziente prima di dover somministrare qualsiasi farmaco, in modo da sapere quali possano risultare più sicuri e quali accortezze sia necessario adottare.
Nell'immaginario collettivo (per i non addetti ai lavori) anestetizzare o sedare un Paziente a rischio, come ad esempio un animale anziano o malato, vuol dire per forza metterlo a rischio di vita…ebbene le cose non stanno esattamente così.
Tecnicamente esistono davvero pochi Pazienti in cui il rischio anestesiologico sia talmente alto da indurre l'Anestesista a non procedere; in tutti gli altri, dopo una attenta valutazione clinica (visita clinica, esami del sangue e delle urine, valutazione della funzionalità cardiaca ecc.) con le attuali tecnologie ed una gamma ampia di farmaci e tecniche, siamo in grado di scegliere il protocollo a minore impatto possibile, salvaguardando la salute dei nostri animali.
A questo proposito, l'animale anziano è un esempio perfetto:
Più gli anni passano e più è probabile (purtroppo, come per noi) che siano necessarie procedure diagnostiche o chirurgiche in modo da curare malattie accidentali o legate all'anzianità e migliorare la qualità di vita dei Pazienti.
Il motivo per cui un animale anziano è definito come più a rischio, relativamente all'anestesia, è che è probabile che al momento della procedura sia malato o che gli organi più sensibili all'azione degli anestetici non siano più "in forma" come quando era giovane.
Questo non significa che l'animale non possa essere addormentato, ma che prima di decidere se farlo o no sia necessario indagare la presenza o no di malattie, spesso subdole e non evidenti agli occhi dei Proprietari, e la funzionalità degli organi più importanti, in particolar modo il cuore, che dovrà essere in grado di adattarsi agli effetti dei farmaci e fegato e reni, a cui toccherà smaltire i farmaci utilizzati per ottenere una ripresa rapida.
Esistono tecniche e farmaci che ci permettono (se necessario per la vita del Paziente) di anestetizzare anche animali con insufficienza renale o con problemi cardiaci ed epatici, basta sapere che cosa fare e come…a questo serviamo noi Anestesisti."

Francesco Santoro, DVM, Specialista in Clinica e Patologia degli Animali d'affezione, Rimini.



Morpheus 
Servizi Anestesiologici Veterinari

Mob. 392 1206781
Fax 0429 1900288

sabato 11 aprile 2015

Flebotomi, piccoli insetti carichi di Leishmania


Salve a tutti,

vi ricordo che esiste dal primo aprile del 2012 la possibilità di vaccinare il vostro Beniamino nei confronti della Leishmania.

Spiegare la leishmania non è mai facile, ma provo a farlo in maniera semplice e veloce.

Cos'è?

La Leishmania non è un virus o un batterio ma è un parassita piccolissimo (un protozoo).

Come si trasmette?

Si trasmette tramite la puntura di un flebotomo che ha le dimensioni di una piccola zanzara. Per questo, come la filaria, è una malattia vettoriale.

 

Chi colpisce?

Colpisce sia l'uomo che il cane perciò viene chiamata zoonosi.

Quali danni provoca al cane?

I sintomi sono subdoli e includono febbre,perdita di pelo in particolare attorno agli occhi, calo di peso, ulcere cutanee e problemi alle unghie. Ma può provocare anche problemi più gravi tra cui artrite, insufficienza renale e anemia.

In Italia c'è questa malattia?

In Italia c'è sia la malattia che il flebotomo e per chi se lo chiedesse c'è anche a Rimini.

E' curabile?

No, la malattia non è curabile, si possono controllare i sintomi con alcuni farmaci che però non sempre risultano efficaci. A volte i cani muoiono per colpa di questa malattia.

Come posso proteggere il mio Beniamino?

Lo devi fare in due modi pensando al tuo cane come ad un castello da difendere.

1) Si devono mettere i soldatini esterni alle mura del castello a difesa dell' attacco dei flebotomi con prodotti che hanno capacità di repellenza nei loro confronti. Per esempio collarini o antiparassitari spot on.

2) Devi mettere i soldatini all'interno delle mura e questo lo fai vaccinando il cane nei confronti della Leishmania.
A volte i flebotomi passano la difesa esterna del collare o dello spot on e pungendo il cane trasmettono la malattia.


Come si vaccina il cane?

Si deve seguire un protocollo che prevede le seguenti operazioni:

1) il cane deve fare un prelievo di sangue dal veterinario e vedere se è positivo o negativo

2) se il cane è negativo (lo speriamo tutti) deve fare 3 vaccinazioni a distanza di 3 settimane

3) deve fare il richiamo annuale. 

 

a che età si puo' vaccinare il cane?

Dopo il sesto mese di vita del cane.


Quali contro indicazioni da la vaccinazione?

le stesse controindicazioni degli altri vaccini.


Sotto vi inserisco il link di un filmato che vi spiega la malattia e la vaccinazione.

https://www.youtube.com/watch?v=H4weCgmjc0A 

Se siete interessati a vaccinare il vostro Beniamino chiamatemi al 393 31 86 574.

saluti

Andrea Morri

DVM

iscriz. albo medici veterinari di Rimini RN 162


martedì 24 marzo 2015

Prevenzione della Filariosi Cardio Polmonare per proprietari distratti



Salve a tutti,
vi riporto alcune notizie trovate su il sito filariosi.it che riporta che nella prevenzione e profilassi della filariosi del vostro "Fido" il 37% di voi proprietari fa solo 1 compressa all'anno e che il 50% di voi fa solo 2 compresse all'anno.

Mi sembrano un po' troppo alte come percentuali !

Se siete tra quei proprietari che si dimenticano di somministrare la compressa con regolarità, ricordatevi che esiste la possibilità di prevenire questa patologia semplicemente facendo un'iniezione ogni 12 mesi dal veterinario.

Vi riporto di seguito due link di due video molto carini che vi spiegano come si fa prevenzione.

https://www.youtube.com/watch?v=VXkWs-2Xg1g

https://www.filariosi.it/pages/la_filariosi.aspx


Se volete ulteriori informazioni contattatemi per telefono al numero 3933186574 oppure  ad: andreamorri@yahoo.it

Sotto vi riporto il ciclo del parassita che non è altro che un verme che si annida nel cuore del vostro Fido e che viene trasmesso dalla zanzara.

cordiali saluti
dott. Andrea Morri